Cuore del tessuto produttivo italiano, le PMI stanno vivendo una rivoluzione silenziosa ma potente: l’adozione dei software gestionali. Questi strumenti, che un tempo sembravano appannaggio solo delle grandi imprese, stanno gradualmente trasformando il modo in cui le piccole e medie imprese operano, decidono e crescono. Ma qual è la vera storia dietro questa trasformazione? Immergiamoci nei dati e nelle tendenze che stanno plasmando il futuro digitale delle aziende italiane.
Software gestionali in Italia: un quadro in evoluzione
Analizzando i risultati degli studi dell’ISTAT e di Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano in collaborazione con Assosoftware, riferiti all’anno 2023, il primo dato che salta all’occhio è sorprendente: il 47,9% delle PMI italiane utilizza già almeno un software gestionale. Questo numero, che si avvicina alla metà del tessuto imprenditoriale, racconta di un’Italia che sta cercando di tenere il passo con l’innovazione. Ma non lasciamoci ingannare: c’è ancora molta strada da fare, considerando che la media europea si attesta al 48,7%.
Scavando più a fondo, emergono differenze significative tra i vari tipi di software. I sistemi ERP, che noi definiamo il “sistema nervoso centrale” delle aziende, sono adottati dal 41,4% delle PMI. Questi sistemi integrano produzione, logistica e contabilità, offrendo una visione a 360 gradi dell’azienda. D’altro canto, i CRM, focalizzati sulla gestione dei clienti, mostrano un’adozione più limitata, con solo il 18,5% delle PMI che li utilizza. Questo divario suggerisce che molte aziende potrebbero rischiare di perdere preziose opportunità di fidelizzazione e analisi del cliente.
Il divario tra piccole e grandi imprese nell’adozione dei software gestionali
Ma la vera sorpresa arriva quando confrontiamo questi numeri con quelli delle grandi imprese. Mentre il 41,4% delle PMI utilizza software ERP, questa percentuale sale all’85% per le grandi aziende. Il divario è ancora più marcato per i CRM: 18,5% per le PMI, rispetto al 53,4% per le grandi imprese. Questi dati raccontano una storia di due Italie digitali: una che corre veloce verso il futuro e un’altra che fatica a stare al passo.
Le ragioni di questo divario sono molteplici: dalle maggiori risorse finanziarie e umane a disposizione delle grandi imprese alla complessità organizzativa delle stesse, che rende questi strumenti più necessari. Ma c’è anche una questione di consapevolezza: le grandi imprese sembrano aver capito prima e meglio i benefici della digitalizzazione.
Un mosaico di settori
L’adozione dei software gestionali in Italia non è uniforme tra i vari settori. Il settore dei servizi di informazione e comunicazione guida la classifica, con tassi di adozione che toccano il 57,5% per gli ERP e il 46,9% per i CRM. Seguono a ruota il comparto energetico e quello manifatturiero, mentre l’edilizia e alcuni servizi tradizionali mostrano tassi di adozione più bassi, suggerendo un potenziale di crescita ancora inesplorato.
I benefici dell’adozione dei software gestionali
Perché le aziende dovrebbero investire in questi strumenti? I benefici parlano da soli. L’83% delle PMI che hanno implementato software gestionali riporta un maggiore controllo sui processi aziendali. Il 79% segnala una migliore visibilità e tracciabilità dei flussi di lavoro. E non è tutto: l’80% delle PMI nota una riduzione degli errori nei processi aziendali, mentre il 70% riscontra una migliore collaborazione tra i dipendenti, grazie alla condivisione delle informazioni in tempo reale.
Ma il vero game-changer è l’impatto sulle performance economiche. Le PMI classificate come “avanzate” nell’uso di software gestionali (circa il 13% del campione) hanno registrato un incremento del tasso di crescita annuale composto del fatturato (CAGR: Compound Annual Growth Rate) dell’11,6% annuo tra il 2018 e il 2022, contro il 4,6% delle PMI meno digitalizzate. Numeri che fanno riflettere e che dovrebbero spingere molte aziende a riconsiderare la loro strategia digitale.
Complessità e prospettive
Nonostante i benefici evidenti, l’adozione di questi strumenti non è priva di ostacoli. Il 57% delle medie imprese identifica la mancanza di competenze e cultura sul digitale come il principale freno all’implementazione di soluzioni gestionali. Un dato allarmante, considerando che solo il 46% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base, ben al di sotto della media europea. La carenza di talenti ICT, con solo l’1,5% di laureati nel settore contro una media UE del 4,2%, non aiuta.
L’implementazione stessa rappresenta una sfida: il 55% delle PMI segnala difficoltà nell’introdurre il digitale in azienda, mentre il 45% lamenta la mancanza di personale che si occupi della digitalizzazione. E c’è di più: solo il 13,6% delle PMI italiane condivide dati elettronicamente con fornitori o clienti all’interno della catena di approvvigionamento, contro una media europea del 23,5%, limitando i potenziali benefici dell’integrazione digitale.
Ma il futuro riserva prospettive positive solo per chi sa cogliere le opportunità. Il Cloud sta emergendo come una soluzione sempre più diffusa, con il 66% delle PMI che utilizza almeno un software in Cloud. I software più frequentemente utilizzati in Cloud sono CRM (58%), l’HR (54%) e la gestione documentale (50%), la gestione amministrativa e contabile (38%), il controllo di gestione (33%), l’approvvigionamento e la produzione (31%), la logistica ed il magazzino (30%).
L’Intelligenza Artificiale, sebbene ancora agli albori, con solo il 5% delle imprese italiane con più di 8 dipendenti che ne utilizza almeno una tecnologia, promette interessanti prospettive in ambiti quali l’analisi predittiva nei CRM, l’ottimizzazione della supply chain e il supporto agli adempimenti amministrativi negli ERP.
Le tecnologie di machine learning stanno migliorando la capacità dei software di fornire actionable insights e automatizzare processi decisionali complessi. Gli “actionable insights” (letteralmente “intuizioni attuabili”) sono informazioni che l’analisi operata dall’IA sui dati può fornire nella forma di raccomandazioni pratiche e concrete, permettendo di prendere decisioni informate e attuabili.
L’integrazione con le soluzioni di AI promette di portare a un nuovo livello l’efficacia dei software gestionali, come nel caso della manutenzione predittiva o del controllo di qualità della produzione, permettendo alle aziende di sfruttare appieno il potenziale dei propri dati.
Tuttavia, la vera chiave del successo sarà la formazione. Attualmente, il 30% delle PMI ha attivato utenze software per oltre l’80% dei dipendenti, ma solo il 17% hanno seguito corsi di formazione sull’utilizzo dei software gestionali. Colmare questo gap sarà fondamentale per sfruttare appieno il potenziale di questi strumenti.
Come abbiamo visto, il mercato dei software gestionali in Italia è un settore in grande movimento. Per accelerarne la diffusione sono determinanti sia programmi di sostegno finanziario mirati, sia un forte impegno nella formazione.
Per le aziende ancora indecise, il messaggio è chiaro: l’adozione di software gestionali non è un’opzione, ma una necessità per rimanere competitivi. La raccomandazione è di iniziare con una valutazione delle proprie esigenze specifiche, considerare soluzioni Cloud per ottenere più flessibilità e scalabilità, e investire nella formazione del personale.
Il mercato attuale è sempre più basato sui dati e sull’efficienza. Le aziende italiane che lo comprenderanno saranno pronte a cogliere opportunità di crescita e innovazione. La strada è tracciata: sta alle imprese decidere se vogliono essere protagoniste o spettatrici di questa trasformazione digitale.
Fonti:
– Istat >>>
– Assosoftware >>>